Quarant’anni di storia della moda (dal 1962 al 2002) firmata Yves Saint Laurent, raccolti in un libro edito da Ippocampo, con le fotografie originali delle sfilate del leggendario couturier amante dell’arte tanto da esserne per lui fonte di ispirazione. Iconici gli abiti ispirati alla serie Mondrian del 1966, come i capi con ricami Van Gogh, le mantelle cubiste e la celebre collezione Ballet Russes del 1976 che si rifà alle odalische di Delacroix, alle donne di Ingres, alla Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, a de La Tour, a Rembrandt, alle ballerine di Degas con i loro corsetti neri, ma anche al Visconti di Senso, alla guerra di secessione, alla Marlene di Sternberg.
Genio indiscusso dell’Haute couture, Saint Laurent più di tutti è colui che più ha guardato all’arte per accostarla alla moda e riproporla nelle sue creazioni. La collezione autunno/inverno 1965-1966, definita rivoluzionaria dal Women’s Wear Daily, presenta uno stile moderno e d’avanguardia. Con i rettangoli rossi, bianchi, gialli e blu di Mondrian, lo stilista realizza degli abiti apparentemente semplici ma che hanno rappresentano un vero e proprio turning point nel mondo della moda. Il 6 agosto 1965 l’esordio di questa straordinaria collezione passata alla storia: su 106 abiti, 26 sono ispirati proprio a Mondrian, capi che cambieranno i legami tra moda e arte, trasformando i quadri in un’opera animata.
E’ grazie all’ispirazione del libro Piet Mondrian “Sa vie, son œuvre”regalatogli dalla madre che Yves Saint Laurent intraprende questo “dialogo con l’arte”, via via portato ad omaggiare anche Pablo Picasso, Vincent van Gogh, Georges Braque, Henri Matisse, Warhol e altri.
Culla delle sue idee, dal 1974 al 2002, nel quartiere chic di Parigi, la dimora storica al 5 dell’Avenue Marceau, nel 2017 trasformata da maison YSL a Museo Yves Saint Laurent.