“Ho cercato di dare voce alle molteplici anime della donna, attraverso sguardi, pose e atmosfere che potessero parlare direttamente al cuore di chi osserva. Ogni immagine è un inno alla forza e alla complessità dell’universo femminile”.
Ludmilla Voronkina Bozzetti è la protagonista unica del progetto “Through Her Eyes“, di cui un estratto è in mostra fino al 2 giugno a Palazzo Reale, a Palermo. 40 scatti in bianco e nero firmati dal fotografo angloindiano Max Vadukul, 14 quelli selezionati per questa exhibition in Sicilia, inaugurata non a caso alla vigilia della giornata internazionale dedicata alle donne.

“Per me è un grande onore sapere che le istituzioni siciliane, e in special modo il Presidente dell’ARS e della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno, assieme al suo staff tecnico, abbiano scelto questa mostra per celebrare quest’anno l’8 marzo” -racconta Ludmilla Voronkina Bozzetti-. “Palazzo Reale, a Palermo, è un posto incredibile, trasmette storia e cultura. In Sicilia questa mostra era approdata due anni fa con la capsule di due opere esposte in anteprima assoluta nell’ambito dell’ evento Taomoda, a Taormina. Poi ci sono state le esposizioni alle Gallerie d’Italia di Milano e al Maxxi di Roma, oltre che a Dubai. In Sicilia ritrovo ogni volta un mondo autentico, popolato anche di donne autentiche, motivo per cui per me è ancora più emozionante presentare in questo luogo il nostro progetto dedicato alla forza senza tempo delle donne”.
“Through Her Eyes“ è un viaggio visivo ed emotivo tramite il quale l’artista Max Vadukul rende omaggio alla donna in tutte le sue sfaccettature attraverso una visione profonda e intima della femminilità immortalata nel volto e nei gesti della sua musa d’eccezione, che incarna con straordinaria intensità questo universo. Madre, figlia, musa, lavoratrice, ribelle, sognatrice: ogni immagine racconta una storia, catturando l’essenza di una figura che non può essere confinata in un unico ruolo.
“Io ho cercato di dare voce alle molteplici anime della donna che ricercava Max, attraverso sguardi, pose e atmosfere che potessero parlare direttamente al cuore di chi osserva” -racconta ancora Ludmilla Voronkina Bozzetti– “Vadukul in me ha sempre visto più di una modella, una persona che con le espressioni potesse raccontare un vissuto”.
Le stampe di grande formato catturano lo spettatore grazie all’uso magistrale del gioco luce-ombra e che trae forza ed energia dalla stessa femminilità del soggetto, rivelandone una bellezza autentica e potente.
Come nasce la collaborazione con Max Vadukul?
“Nasce da una collaborazione che ci ha visti insieme nello shooting dello stilista Fausto Puglisi, geniale direttore creativo della maison Cavalli, nell’ambito della Collezione Zero di Roberto Cavalli. Abbiamo capito sul set fotografico che avremmo potuto creare ed esporre insieme un progetto artistico. Ha voluto di fatto che io raccontassi la mia storia personale, da quando sono partita dalla Russia, avevo 15 anni, ma anche di mia mamma, di mia nonna, della mia bisnonna”.
Partendo quindi dalle origini…
“Sì, io sono figlia di mamma russa e papà ucraino. Come me ci sono tantissime altre famiglie, unite da generazioni. In Italia sono venuta invece la prima volta a 16 anni, arrivai a Milano per la settimana della moda e mi innamorai subito della città e degli abitanti. Poi per un lungo periodo, per lavoro, ho viaggiato molto, ma alla fine ho scelto dove mi portava il cuore, ovvero l’Italia. Presto farò il giuramento come cittadina italiana”.
Come vedi il mondo della moda attuale?
“Come tutto, anche il mondo della moda è cambiato molto. C’è un occhio di riguardo maggiore verso la sostenibilità, c’è l’utilizzo dell’hi tech e altro. Soprattutto va più veloce, anzi sarebbe opportuno rallentare com’era un tempo, apprezzare i capi e valorizzare il lavoro incredibile dei creativi. Tuttavia, dopo 25 anni di passerella, pur sempre un’emozione forte ma dove debbo essere statica, perfetta e trasmettere bellezza, questa novità di essere interprete per un progetto sulle donne lo considero un’esperienza di autenticità”.
Si parla tanto di violenza sulle donne e questa mostra ne racconta la forza, l’essenza, ma anche di fatto la donna multitasking, nei suoi diversi ruoli…
“Interpretare questa donna con 40 volti è stata quasi un’esperienza cinematografica, sicuramente artistica. Ho cercato di entrare nella testa e nei pensieri di ogni donna rappresentata con i propri dubbi, sicurezze, insicurezze, debolezze e tramite lo sguardo trasmetterne l’emozione che Max Vadukul è stato eccezionale a cogliere”.