Nel mese di luglio, la rivista “Monitor” dell’Agenas – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – ha pubblicato un documento di indirizzo di grande rilevanza, incentrato sulle raccomandazioni basate su evidenze per l’assistenza socio-sanitaria ai pazienti con labiopalatoschisi, una malformazione congenita del volto.
Il lavoro, “Percorso assistenziale per il trattamento e la presa in carico dei pazienti affetti da labiopalatoschisi”, è stato realizzato da un panel di esperti multiprofessionali e multidisciplinari, i quali, sulla base delle migliori evidenze disponibili nella letteratura scientifica, hanno formulato 51 raccomandazioni di buona pratica, relative a quattro fasi del percorso di presa in carico: il periodo prenatale, l’ assistenza alla nascita e la fase pre-chirurgica, l’intervento chirurgico primario ed infine il follow up e la fine crescita.
Questo documento è stato commissionato dal Ministero della Salute con l’intento di promuovere l’attuazione di percorsi di assistenza che integrino una vasta gamma di elementi lungo il percorso di crescita dei pazienti, sia neonati che giovani adulti. Questi elementi comprendono aspetti clinici, organizzativi, abilitativi, riabilitativi e offrono supporto psicologico sia ai pazienti che alle loro famiglie, favorendo così l’inclusione sociale.
La rilevanza di questo lavoro emerge chiaramente dal fatto che il documento è stato reso accessibile alle Regioni italiane, con lo scopo di promuovere lo sviluppo di reti sanitarie integrate tra strutture ospedaliere e territorio a livello locale.
Il documento è stato coordinato dal dottor Giovanni Baglìo, Dirigente presso Agenas, e da Domenico Scopelliti, Vicepresidente della Smile House Fondazione ETS, impegnata da oltre 20 anni proprio nella creazione di una rete nazionale di centri, le Smile House, il cui obiettivo primario è fornire un approccio multidisciplinare all’assistenza dei pazienti, al fine di coprire l’intero percorso di cura, dall’identificazione prenatale della patologia fino al completamento dello sviluppo psico-fisico dei pazienti.
Infatti, la rete Smile House, strutturata sul modello di Hub chirurgici e Spoke ambulatoriali e integrata nei modelli organizzativi regionali ospedale-territorio (a seguito di un Protocollo di intesa siglato con il Ministero della Salute) garantisce la continuità e la prossimità delle cure complementari alla chirurgia anche per ridurre la migrazione sanitaria evitabile.
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