Federica Tosi è entrata a pieno titolo e in pochissimo tempo nel novero delle stiliste più apprezzate nel mondo della moda Contemporary e protagonista con i suoi capi tra le vetrine dei The Best Shop italiani.
“Io provengo da un mondo, quello dei gioielli, che è completamente commerciale”. -racconta la stilista- “Già lavoravo con i negozi grazie alla mia collezione di accessori, alta bigiotteria; poi il passaggio all’abbigliamento è stato per certi versi casuale, creavo questi accessori fashion e avevo una buona rete di distribuzione, così quando un’azienda mi ha spinto a produrre insieme mi ci sono tuffata a capofitto perché il contesto moda mi è sempre piaciuto, mi ha sempre affascinato. Ho pensato di cominciare con qualcosa di complementare, dopo che ho conosciuto te mi son detta: voglio fare una collezione che porti il mio nome, tanto metto sempre la mia faccia, tanto il taglio della mia linea è italiano, l’azienda che mi produce è pugliese, quindi…via!”.
Il tuo è un prodotto autentico Made in Italy…
“Sinceramente non saprei neppure se sarei in grado di andare a produrre all’estero, nel senso che oggi io sono un po’ viziata perché ho un’azienda alle spalle che è una grandissima azienda, a dimensione umana in quanto gestita ancora a conduzione familiare, dove io arrivo e chiedo un sacco di cose… per esempio… ‘per questi clienti, avrei bisogno di fare questi pantaloni’; oppure avrei bisogno di quel pantalone di lino, me ne fai un altro pezzo. Nulla a che vedere con il massiccio prodotto di manifattura cinese, insomma…”
A questa realtà pugliese sei arrivata casualmente?
“Eravamo entrati in contatto grazie a una persona del mestiere che ha fatto da link. Loro già producevano per altre situazioni, ma il progetto di lavorare a un brand un po’ più di nicchia con distribuzione particolare era una scommessa che volevano tentare e così abbiamo provato insieme e…ci siamo prese già le nostre prime belle soddisfazioni”.
Insomma, sei passata da una creatività dedicata alla bigiotteria ad un’altra creatività dedicata appunto al mondo dell’abbigliamento: è stato per te un passaggio graduale, semplice e naturale oppure ti sei dovuta formare ulteriormente anche in tal senso?
”Ad ogni collezione impari tantissimo. La grossa formazione è stare con le modelliste e le sarte, vivere in azienda: all’inizio tu porti delle idee, porti uno schizzo, man mano che inizi a lavorare ti rendi conto che la storia è un’altra, ti rendi conto delle difficoltà se con quel tessuto si può fare o meno quella cosa, eccetera. Così si forma l’esperienza e adesso ho la percezione se il tessuto non è adatto e così via…”
Che tipo di tessuti prediligi?
”Principalmente io uso la seta 100% di una azienda di Como, poi i cotoni, soprattutto come azienda cerchiamo di evitare fibre sintetiche”.
Questo diventa un valore aggiunto…
“Beh sì, assolutamente. Specialmente in una collezione come la mia, che all’inizio si doveva far conoscere, occorreva risultare interessante sia a livello di stile ma poi anche a livello di qualità e di prezzo”.
In pochissimo tempo sei riuscita a catturare il mercato, ma anche le celebrities: un nome su tutti che ti faccio Eleonora Abbagnato.
“Sì, lei ha indossato anche i miei gioielli. Non mi sarei poi aspettata che quando andavo a fare l’abbigliamento potessi attrarre l’interesse delle star, invece spesso i negozianti mi per dirmi che è venuta Tizia ed ha comprato le tue cose, e così anche i rivenditori sono felicissimi per questo tipo di clientela”.
Certo, è una clientela che accresce ulteriormente il valore del prodotto.
“Scatta il passaparola e quindi si deve sempre cercare di avere una linea, una condotta, senza tradire il proprio stile”.
Come hai trascorso il periodo forzato del lockdown: meditazione o ispirazione?
“Meditazione forzata. Ma ho elaborato nuove idee. Voglio vestire una donna che comunque va a lavorare, è dinamica, esce la sera. Il mondo digital e social mi ha dato nuovi spunti, intanto adesso uscirò con la mia collezione invernale, che ho finito di vendere durante il lockdown: l’ho mandata in produzione, la mia azienda mi ha supportato anche in questo, nonostante tutto…”
Spieghiamo magari a chi non è esperto come hai fatto a vendere ugualmente la collezione in questi mesi di lockdown….
“Io sono rappresentata da uno show-room con Riccardo Grassi, che nel mondo della moda tutti conoscono. Noi di solito usciamo con due collezioni, una pre-collezione, che si presenta a gennaio e una main collection che si presenta a fine febbraio e inizio marzo. La nostra pre-collezione, fortunatamente l’avevamo fatta, con annessa campagna vendite, per la main collection, che è la parte solida, ovvero la chicca, abbiamo potuto fare solo 3 giorni di showroom, i buyers erano già pochi a causa del COVID. Siamo andati sia a Milano che a Parigi, con tanto coraggio, non è stato facile ovviamente, perché non tutti vogliono comprare una collezione senza toccarla. E’ facilitato il cliente che conosce il brand. Tanti negozianti alla fine non hanno mollato, io ho cercato di far passare sempre un messaggio positivo, rendendo tutti consapevoli che stavano comprando per il prossimo inverno. Ora noi stiamo lavorando per l’estate prossima”.
A proposito dei tempi della moda, Armani ha detto che non dovrà più esistere di vedere a luglio in vetrina i cappotti in vetrina mentre a gennaio i costumi, mi sembra un messaggio molto chiaro…
“Il fine del messaggio è rallentare i tempi della moda, ma c’è una clientela alla quale fa piacere comprare l’anticipazione, ciò non vuol dire però vere un negozio intero basato sulla collezione invernale in piena estate”.
Parlando della tua collezione Fall/Winter, cosa ci proponi?
“L’autunno-inverno, sarà sempre una parte del mio core business e il punto forte delle collezioni soni sicuramente i blazer, i pantaloni e la maglieria, quest’ultima parte integrante, ne realizzo tanta”.
E per la prossima Primavera/Estate?
“Una collezione essenziale, composta da tutti i miei best seller revisionati. E poi, giacché quest’anno non abbiamo fatto tante feste e matrimoni, ci sarà sempre la sezione dei vestiti da sera, le mie sete, eccetera…”
Sei stata brava a captare le esigenze da Nord a Sud, raccontiamo un po’ il tuo marchio…
“Sono presente in tantissimi The Best Shop, ma anche in altri negozi bellissimi. Poi io sono molto attenta alla parte commerciale…”
Camera moda lavora al progetto della nuova edizione speciale, per via dell’emergenza sanitaria, Milan digital fashion week: hai pensato di farne parte?
“Perché no? È chiaro che il supporto serve sempre, ma credo che comunque in un momento del genere un brand giovane ha bisogno di più per farsi conoscere rispetto ad altri brand. Vedremo….”
(intervista a cura di AGATA PATRIZIA SACCONE)