E’ dall’arte dell’intreccio che nasce la coffa siciliana, alle origini utile borsa della tradizione contadina, oggi accessorio cult di moda.
Daniela Napolitano, fashion designer che ha iniziato creando gioielli, ne ha colto le potenzialità realizzando coffe segmento luxury nel segno della sostenibilità, con il marchio DANIE’.
“La scelta non è arrivata così in fretta”. -racconta- “Parlerei di una svolta creativa: dalle pietre preziose mi sono focalizzata su un altro materiale non meno prezioso che nasce e cresce nella mia terra, ovvero la palma nana. Tutto è iniziato per hobby, qualche anno fa: gli amici, le conoscenze, i luoghi e i momenti giusti hanno fatto sì che la mia passione si tramutasse in un vero e proprio progetto lavorativo. L’arte del creare, che ho respirato in famiglia sin da bambina, ha avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione. Ho comunque sempre avuto un mio gusto innato molto particolare, a volte anche al di fuori dei canoni, che mi ha naturalmente spinto in questa direzione”.
Come viene percepita dal mercato italiano ed estero la sua bag unconventional?
“I primi a far conoscere la coffa siciliana nel mondo della moda sono stati Dolce & Gabbana. Confido che nel 2017 mi contattarono per un progetto futuro, sono ancora in attesa che mi richiamino. Io sono andata avanti per la mia strada. Fin dalla prima collezione ho realizzato la coffa in maniera tradizionale ma innovativa utilizzando materie prime complementari dell’isola, come le famose ceramiche di Caltagirone, e grazie a questi materiali combinati assieme e uniti dalla mia creatività, le coffe DANIÉ sono state molto apprezzate sia in Italia che all’estero. Siamo riusciti ad avere una distribuzione nazionale e internazionale, ad essere presenti nei mercati dell’Europa, Russia compresa, così come in Australia e in Giappone nelle boutique multibrand che propongono una selezione di brand luxury affermati e di prime linee a cui affiancano nuove proposte del made in Italy”.
Negli ultimi tre anni la coffa DANIE è diventata protagonista anche di alcune boutique italiane “The best shop”. Come è riuscita a far conoscere e apprezzare il suo prodotto artigianale ai top buyer?
“Io ho sempre creduto nel mio progetto anche se questo non basta per emergere! Durante questi anni siamo stati presenti in alcune fiere di moda in Italia e all’estero e partecipato anche a eventi e sfilate a Milano e Parigi; ma, soprattutto ci tengo a ringraziare la kermesse TAOMODA per averci selezionato tra i vari brand che hanno potuto partecipare a questo evento internazionale che ci ha permesso di conoscere top buyer quali Claudio Spinnaker di Portofino e Pancrazio Parisi di Taormina e presentare a loro i nostri prodotti più da vicino”.
Da donna quali criticità ha riscontrato nel poter creare un’impresa al femmile?
Secondo me la cosa più importante per una donna è essere propositiva e caparbia ed è importante riuscire ad avere un’indipendenza economica per sentirsi libere e appagate e soprattutto per esprimere il potenziale che a volte viene tenuto nascosto. La mia è un’impresa al femminile per scelta etica e aziendale. In verità non ho riscontrato molte criticità ed ostacoli, la difficoltà sta nel mantenerla l’azienda, ci sarebbe sempre bisogno di aiuti a livello economico visto che le spese per un’impresa sono a volte più alte del previsto. Oggi comunque posso dire di avere un’azienda, non avrei mai pensato di riuscire a realizzare da sola tutto ciò. Può anche capitare di non piacere a tutti, ma sono andata sempre avanti credendo in quello che faccio”.
Ritiene che in tal senso le donne del Sud Italia abbiano meno opportunità rispetto alle altre aree geografiche del Bel Paese?
“Sicuramente per una donna del Sud Italia è più difficile emergere soprattutto nell’ambito della moda, purtroppo con i grandi brand ci viene lasciato poco spazio, spesso dobbiamo spostarci e a volte si fa fatica, inoltre non di rado si deve correre dietro alla moda del momento e viene trascurata la ricerca di prodotti particolari che magari esaltano la personalità. Io spero solo che la nostra Coffa riesca ad emozionare come un “caldo tramonto siciliano”.