Quello che le donne non dicono è la ricerca di un senso della vita, indirizzato dall’amore. E Fiorella Mannoia lo ha cantato, una sorta di inno al femminile. Artista molto attenta alle tematiche sull’empowerment femminile e sulla tutela dei diritti per contrastare la violenza sulle donne, cause che porta avanti anche attraverso la musica, ricorda l’appuntamento organizzato lo scorso maggio…
“Una Nessuna Centomila” promosso dall’omonima Fondazione di cui sono Presidente onorario -ci racconta Fiorella Mannoia-. Un concerto per la raccolta fondi a supporto dei centri antiviolenza che ha visto tra gli altri la partecipazione di Alessandra Amoroso, Annalisa, Samuele Bersani, Big Mama, Brunori Sas, Elodie, Emma, Niccolò Fabi, Achille Lauro, Ermal Meta, Francesca Michielin, Fabrizio Moro, Mahmood, Noemi, Piero Pelù, Giuliano Sangiorgi, Tananai, Paola Turci, Anna Foglietta e Massimiliano Caiazzo. Abbiamo un laboratorio artistico dove tanti nostri colleghi sia donne che uomini appoggiano la nostra causa. Questo è il nostro impegno che portiamo avanti con grande determinazione.
Questo un punto fermo. Poi c’è l’impegno di ogni giorno e un nuovo disco con nove brani e molte collaborazioni, dal titolo “Disobbedire”…
La disobbedienza è il motore dell’umanità. La prima a disobbedire è stata proprio una donna, Eva. Se la nostra coscienza ci dice che qualcosa non è giusta, abbiamo il diritto di disobbedire e a volte il dovere di disobbedire.
Quanto Fiorella Mannoia ha voglia di reinventarsi e raccontarsi?
Con il nostro mestiere ti devi reinventare: ogni disco e ogni tournèe non sono mai come la volta precedente. Lavoriamo soprattutto per rimanere al passo con i tempi cercando di essere curiosi del mondo che ci circonda e ciò è essenziale per poter continuare a fare questo lavoro per tanto tempo.